Sono felice di inaugurare questa collaborazione con Trading Professionale presentando una delle strategie più semplici nell'ambito della operatività con le opzioni: il calendar spread. Per chi fosse "a digiuno", basta dire che si tratta di una strategia che non richiede un controllo stretto (adatta a chi fa trading part time, per intenderci), su una finestra temporale di alcune settimane (dall'apertura alla chiusura della posizione), e che punta sulla stazionarietà del titolo azionario su cui le opzioni sono derivate (in sostanza va in profitto se il titolo non si muove troppo entro una certa data). Presentata così, considerando che per la maggior parte del tempo molti titoli si muovono in laterale, e che il profilo rischio/rendimento è di solito molto favorevole, sembrerebbe una strategia meravigliosa… ed in effetti lo è! Credo che il portafoglio di un trader che voglia vivere facendo questo mestiere dovrebbe contenere sistematicamente almeno una cinquantina di strategie simili ogni mese, su diversi sottostanti, per stabilizzare un flusso costante di profitti derivanti da posizioni che non richiedono troppi aggiustamenti o "manutenzione".
Tecnicamente il calendar spread si origina dalla combinazione di una opzione acquistata e di una opzione venduta, con lo stesso strike, ma con la scadenza su un diverso mese. Le uniche condizioni a cui prestare attenzione per portare la posizione in guadagno sono che il titolo non si muova troppo (che resti attorno allo strike scelto per costruire la strategia, magari perché abbiamo riconosciuto una figura di channeling), che l'opzione che andiamo a comprare sia sottovalutata e quella che andiamo a vendere sia sopravvalutata (si ricerca quello che in gergo viene chiamato "calendar skew" favorevole), che la volatilità implicita dell'opzione acquistata non sia troppo elevata (cioè, sempre in gergo, che non si trovi nei percentili più alti). Se tutto è in regola, non resta che sedersi ed aspettare il passare del tempo... Il prezzo dell'opzione venduta sarà caratterizzato da un decadimento temporale molto più veloce di quello dell'opzione acquistata, arrivando così a scadenza dell'opzione venduta (che è quella che scade per prima) a ritrovarci fra le mani una opzione, che abbiamo acquistato, che paragonata a quella che abbiamo venduto ha ritenuto maggior valore. Tecnicamente, si dice che questa posizione, quando costruita, è Delta neutral, long Vega, long Theta, e Short Gamma… l'unico rischio che si corre è trovarsi in presenza di un titolo sottostante che "scappa" improvvisamente, o di un crollo della volatilità implicita dell'opzione acquistata (soprattutto se la differenza in mesi fra le due opzioni dovesse essere molto significativa).
Un'operazione reale, aperta l'11 giugno 2007 e chiusa il 28 giugno 2007, sul titolo PDLI, e qualche videata dovrebbero chiarire meglio come funziona questa strategia. Graficamente PDLI non si trovava proprio nelle condizioni migliori di lateralità: a quota 25, usciva da una forte correzione, e sembrava avviato verso un trend ribassista dopo avere rotto due medie (20 e 40) e raggiunto, bucandola, la Bollinger inferiore. Un vecchio massimo relativo a 23,30 avrebbe potuto fungere da supporto, su cui poi il titolo effettivamente è rimbalzato (per tornare a quota 24) il giorno che la posizione è stata chiusa. Scorrendo rapidamente le news su questo titolo, non emergevano eventi particolari in grado di fungere da catalizzatori: giusto un paio di appuntamenti (fra cui un meeting annuale delle aziende del settore farmaceutico) da monitorare nei giorni successivi.
La principale motivazione che ha portato all'apertura delle posizioni descritte di seguito era il significativo skew di volatilità fra le opzioni acquistate (sottovalutate) e quelle vendute (sopravvalutate).
La figura che segue mostra l'unione di due diverse posizioni calendar spread, in tutto e per tutto simili a quella che vi ho appena descritto: quattro calendar spread realizzati con le opzioni put e quattro calendar spread realizzati con le opzioni call, sullo stesso strike (25, che è il livello a cui si trovava il titolo) con, in entrambi, le opzioni vendute con scadenza a luglio 2007 e quelle acquistate con scadenza ad agosto 2007.
L'entry debit (il costo della posizione) è di 240 dollari (una posizione che dovrebbe essere alla portata del portafoglio di qualunque trader…) con un profitto massimo di 766 dollari: il profitto teorico massimo sarebbe quindi del 319% se il titolo (PDLI) alla scadenza della prima opzione (il 20 luglio 2007) si trovasse a quota 25. Sotto alla prima maschera riassuntiva di ciascuna "gamba" del calendar, potete vedere il grafico del titolo PDLI ed accanto il grafico Profit/Loss della Strategia calendar spread (ed il suo andamento al passare del tempo).
La posizione, così costruita, sembra interessante, e può meritarsi di finire dentro al gruppo di quella cinquantina di posizioni individuate quasi tutti i mesi che "stabilizzano" i ricavi del trader; non aspettatevi dei "fuoricampo" con queste strategie… comprare qualcosa che vale 50 per ritrovarsela fra le mani dopo pochi giorni che vale 1.000 è qualcosa che succede con frequenze non proprio significative e su opzioni "secche", non su strategie che invece hanno l'obiettivo di stabilizzare le performance controllando il rischio.
Come vedrete fra poco, la posizione è stata integralmente liquidata prima della sua naturale scadenza perché giunta a maturare un profitto del 100%; l'unica regola di money managemet applicata è stata quella di uscire dalla posizione a fronte di una perdita del 50% dell'entry debit, e liquidarla (parzialmente o completamente) al raggiungimento di un profitto del 100%... molto banale e sicuramente migliorabile o personalizzabile in base ai propri gusti. Personalmente quando mi trovo a raddoppiare il capitale investito dopo un paio di settimane di solito chiudo la posizione senza aspettare che scadano le opzioni vendute (tanto più che in questo caso mancavano ancora più di venti giorni), poi cerco un'altra operazione per rimpiazzare quella appena chiusa.
Questa la videata della mia piattaforma di trading l'11 giugno 2007, in cui si vedono gli eseguiti quando è stata aperta: la perdita iniziale di 3 dollari in rosso per ognuna della gambe è dovuta alle commissioni pagate (0,75 dollari per contratto). Gli eseguiti spuntati sono invece stati più favorevoli di quelli previsti nell'analisi preliminare della posizione: 228 dollari di entry debit invece dei 240 prospettati.
In questa videata si vede l'attimo prima della chiusura della posizione il 28 giugno 2007 (…ero in ferie, al mare) con la posizione in guadagno di 208 dollari che è stata liquidata integralmente con un ritorno del 90% del capitale investito. Qualora le cose fossero davvero andate male (pensate davvero al peggio…) tutto ciò che stavamo rischiando era l'entry debit di 228 dollari.
Se osservate il valore del titolo, all'atto dell'apertura era di 25,18 dollari mentre alla chiusura della posizione di 24,05 dollari si è mosso contro di noi, ma non abbastanza per rovinarci la giornata.
Questo è come graficamente appariva il titolo nel mese di giugno (con le frecce ad indicare l'entrata e l'uscita dalla posizione).
Restare in posizione fino a fine luglio, con il titolo a chiudere sempre sui livelli intorno a 25, avrebbe portato a profitti vicini a quelli prospettati dall'analisi (319%), ma avrebbe implicato scommettere sulla stabilità, per altri venti giorni, del sottostante. Il mercato offre decine e decine di opportunità di trading simili a questa tutti i giorni: perché tirare la corda quando l'obiettivo è la stabilità?
Buon trading a tutti.
giovedì 21 febbraio 2008
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